musica e musicisti a Venezia dalle origini ad Amendola

 

Maria Girardi

 

to, con la struttura ordinata, perfettamente equilibrata, del concerto non descrittivo.

Lo schema di ciascun concerto è preceduto da un sonetto che descrive le quattro stagioni; pezzo per pezzo frammenti dei poemi sono stampati sulle parti strumentali, al di sotto dell'episodio a cui si riferiscono, e i quadri più significativi  hanno un titolo, differenziato, talvolta, in relazione allo strumento a cui sono associati. Per lo stesso  passaggio de La primavera la parte del  violino  solo porta l'indicazione: "II capraro che dorme", quella della viola "il cane che grida".

Vivaldi non s'accontenta di elaborare una  serie di composizioni brillanti, ma conferisce loro un ordine strutturale, tipico del concerto non descrittivo. Identica è la disposizione generale dei movimenti: un sonno tra un temporale e una danza campestre, una pausa di racco-glimento accanto al fuoco tra due tempeste d'inverno altro non sono che il "largo" o "l'adagio" di mezzo, inquadrati tra due movimenti vivaci.  

I "soli" sono pezzi di virtuosistici, ma evocano anche dettagli caratteristici, mormorii di sorgenti, canti di uccelli, l'incerto passo dell'ubriaco, lo scivolare del viaggiatore durante l'inverno.

Questa idea di trattare una musica con un programma, facendola nel contempo quadrare all'interno delle strut-ture formali rigorose del concerto, era in sé stessa interessante e nuova. Ciò che ne accentua l'originalità è la libertà, la fantasia,  l'apparente spontaneità della descrizione sia nei brani virtuosistici del solista che nel colore dell'orchestra che l'accompagna, o che gli rispon-de.

Intorno alla metà' del Settecento, Baldassare  Galuppi (1706 - 1785), detto il Buranello dall'isola della laguna che gli dette i natali, era  indubbiamente l'operista italiano di maggior successo.

Compositore straordinariamente prolifico, la sua fama, estesa anche nei maggiori centri europei, si fondò in un primo momento sulle favole pastorali e sulle opere serie (Gustavo I rè di Svezia), alle quali si aggiunsero in seguito le opere buffe (L'Arcadia in Brenta, Il mondo della luna, Il filosofo di campagna), frutto in primo luogo dell'intensa collaborazione intercorsa tra il  Buranello  e Carlo Goldoni.

Ma ancor oggi la produzione melodrammatica galuppiana è a stento documentabile, in ragione  soprattutto della maniera in cui la sua  musica  è stata tramandata, attraverso centinaia di partiture  conservate e migliaia di arie tramandate separatamente, musicate più e più volte e senza alcun riferimento preciso all'opera dalla quale furono estrapolate.

D'altro canto anche la produzione strumentale di Galuppi è in parte quasi sconosciuta al pubblico e manca ancora di chiarificazioni esegetiche.

Durante la sua variegata carriera, fu vice-maestro (1748 - 62) e maestro di cappella  ( 1762 - 85 ) a San Marco, maestro di musica presso l'Ospedale dei Mendicanti (1740 - 1751) e maestro di coro all'Ospedale degli Incurabili (1768 - 76); la sua fama operistica lo portò a soggiornare a Londra (1741 - 43) e a San Pietroburgo (1766 - 68).

Fu parallelamente a queste cariche che Galuppi, nono-stante intensificasse la sua produzione con il repertorio sacro e quello melodrammatico, si occupò anche di musica strumentale, scrivendo  concerti, sinfonie, ouvertures, e una cospicua serie di sonate per strumento a tastiera.

Queste composizioni, pur essendo di buona fattura e in sintonia con quelli che erano i dettami modaioli imposti dai rinnovamenti stilistici introdotti maggiormente oltre i territori lagunari, non presentano novità di rilievo e non possiedono l'importanza e il peso storico dei numero-si melodrammi creati dallo stesso Buranello.

Ma accanto a musiche forgiate secondo criteri stilistici precisi, Venezia nel '700 ha visto il dilagare di una letteratura musicale di piccolo respiro, nota nel genere della "canzone da battello". denominazione prettamente di marca lagunare, indicante un repertorio vastissimo, ancor oggi sconosciuto ed inedito.

Memori della Barca di Venetia per Padova (1605) di Adriano Banchieri, le canzoni da battello (il cui corpus maggiore è costituito dagli oltre duecento manoscritti conservati  nella  raccolta del  Museo Correr, attual-mente collocata presso la Biblioteca del Conservatorio Benedetto Marcello) con i loro testi dialettali suggestivi, ricchi di musicalità, di espressioni linguistiche raffinate e sottili, intessuti  di  pennellate  e di squarci di vita quoti-


Antonio Vivaldi
Venezia 1678 - Vienna 1741

 

 

Il Sonetto intitolato alla Primavera:

"Giunt'è la Primavera e festosetti
La salutari gli Augei con lieto canto
E i fonti allo spirar de' Zeffiretti
Con dolce mormorio scorrono intanto.

Vengon coprendo l'aer di nero amanto
E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti;
Indi. tacendo questi, gli Augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto.

E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme'l Caprar col fido can a lato.

Di pastoral zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all'apparir brillante."

 

 

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